Pseudonimo di
Giovan Battista Nicolucci. Uomo politico, poeta e scrittore
italiano. Figlio di uno speziale, derivò il soprannome con il quale
è comunemente noto dall'insegna della bottega di famiglia. Allievo di
G.B. Giraldi Cintio, divenne docente nello Studio di Ferrara e ricoprì
vari incarichi di fiducia presso Alfonso II d'Este, del quale fu segretario e
cancelliere. Biografo della famiglia estense, scrisse una
Istoria de'
principi d'Este (1570). Autore di numerose opere di genere vario, compose
tra l'altro una raccolta di liriche d'amore di ispirazione petrarchesca dedicate
a Lucrezia Bendidio,
Il bene divino; quattro libri di poesie in latino;
un poemetto in ottave di argomento cortigiano,
Gli eroici (1561); il
trattato
Il Principe (1561), con il quale intense confutare le tesi di
Machiavelli. Di particolare interesse è il trattato
I romanzi
(1544), in cui
P. prese le difese del romanzo cavalleresco e dell'opera
di Ariosto entrando in polemica con Giraldi che rivendicava la paternità
delle idee espresse nel trattato (Ferrara 1530-1575).